Scooter d Epoca - Forum

Scooter d Epoca - Forum
Home | Profilo | Registrati | Discussioni Attive | Discussioni Recenti | Utenti | Il mio Garage | Cerca | FAQ | Policy | RSS

Nel Sito Scooterdepoca.com: Home | Lambretta | Vespa | Ancora Scooter | Restauro | Ricambisti | Targhe
Nome Utente:
Password:
Salva Password
Password Dimenticata?

 Tutti i Forum
 Scooterdepoca.com
 Fatti gli scooter tuoi!!!
 Tour 2014: Diario e Foto. 1500 km in solitaria.
 Nuova Discussione  Rispondi
 Versione Stampabile
Pagina Successiva
Autore Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva
Pagina: di 2

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 23 ago 2014 :  15:44:13  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Salve a tutti.

Mi fa piacere condividere in maniera ordinata il diario del mio tour in solitaria di quest'anno. La discussione era cominciata qui:

http://www.scooterdepoca.com/forum/topic.asp?TOPIC_ID=47168

Ringrazio tutti. Ma proprio tutti. Ringrazio il forum perchè so che se avessi avuto necessità gravi qualcuno mi avrebbe aiutato, ringrazio quelli che mi hanno aiutato con il percorso, le persone che si sono offerte di incontrarmi e che non sono riuscito ad incontrare causa modifiche del tragitto, quelle che ho incontrato per strada... I personaggi pittoreschi che mi hanno offerto da mangiare, da bere - soprattutto -, le persone che mi hanno scontato pasti ed alloggi. Un enorme ed infinito grazie ai ragazzi del Vespaclub di Sulmona che mi hanno accolto in maniera spettacolare. Ringrazio chi, nonostante tutto, ha creduto in me. E ringrazio me stesso perchè, ogni tanto, anche questo fa bene...

Per le foto servirà tempo poichè dovrò ridimensionare tutto quello che ho fotografato e postato - nei vari social network - per rientrare nei canoni del forum. Ce la farò...
E spero che il mio viaggio, così raccontato, sia una piacevole lettura per coloro ai quali piace girovagare, gironzolare ed andare a zonzo, in libertà, con qualsiasi mezzo...

Slow Tours Blogger

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 23 ago 2014 :  15:51:46  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
1 agosto 2014

Il punto della situazione.

Punto è punto. Non si discute.

Parto questa mattina, con l'intenzione ferrea di spegnere il telefono e le comunicazioni dalle ore 13. Devo solo sbrigare alcune faccende che probabilmente non miglioreranno la mia condizione economica e morale ma... Tant'è. Lo devo fare.
Scendo dal letto e mi dirigo in bagno. Barcollo. Mi guardo allo specchio. Vabbè. Non fa nulla... Cerco di uscire il prima possibile dallo stanzino... La luce che entra da fuori mi annuncia un sole stupendo. E così è infatti.
Mi avvolgo in panni civili. Niente colazione. Il rito di oggi in verità vorrebbe il consumo di un bicchiere di vino bianco per colazione; per scacciare i problemi di salute e le malattie invernali. Una sorta di vaccino vecchia maniera. Nell'oblio dei tempi moderni che mi appartengono e che governo inconsciamente, scendo le scale. So bene che giorno è oggi. E più che altro conosco le mie intenzioni per domani. Senza tema la mia mano aggancia il casco. Per muovermi oggi userò il mio destriero ferrato, fermo da un po' a causa di una estate tutt'altro che estate; una estate piuttosto primavera. Oggi test del mezzo: gomme nuove, con 30 km alle spalle. Ma più che altro voglio verificare le condizioni generali del biciclo a motore. Corro per sbrigare le faccende di lavoro che non voglio protrarre oltre. Sembra tutto apposto, a parte il freno posteriore che mi sembra piuttosto scarico. Due tentativi di staccata e due delusioni. Così non va.
A., il mio meccanico di fiducia, è sempre pronto. Sa che il giorno prima di partire ho un problema da partorire. È successo lo scorso anno. Sarà così pur oggi.
Dialogo con lui tramite messaggio. Giro un video che spedisco immediatamente... Attendo istruzioni.
Mi distendo sul terreno a pancia in su e controllo tutto quello che A. Mi dice. Manipolo, stringo, manometto... e testo. Regolo la corsa del freno. Altro non serve... E magicamente tutto ritorna nella norma. Inchiodo al primo stop; e anche al secondo blocco la ruota posteriore. Regolare. Sporco di olio e grasso controllo le ultime viti, lo scorso anno ne ho perse alcune... Stringo i dadi. Dovrebbe essere tutto apposto. Verifico le ultime perdite di olio: non so da dove provenga ma... Spero sia solo un il risultato di un versamento esagerato di miscela al 2% che ben ricordo.
Pulisco e striglio il mio Bucefalo. Non lo voglio luccicante. Lo voglio pulito, almeno per la partenza. Ci metteremo poco a sporcarci...

Alle 16 passate inizio a controllare il vestiario e ad allestire lo zaino... Non sono molto convinto della lista che ho stilato l'altro giorno. Mi sembra povera... E decido di aggiungere un paio di cose per mitigare un possibile clima appenninico. In due ore ho quasi tutto pronto. Ci siamo quasi... Ma alle 20 ho una cena tra artisti, non posso declinare l'invito. La mi attenzione si sposta sul ferro teutonico a quattro ruote che mi condurrà all'evento. Salgo e sfreccio verso est lasciando un po' d'aria sporca alle spalle. È bello anche così...

Tra abbondanti libagioni festeggio ed informo della mia partenza i presenti al banchetto. Qualche ora in compagnia mi fa bene... Inizio a capire che domani si parte davvero.
Torno felice verso casa, all'una passata. E passando davanti al mio mezzo scambio affettuosamente due chiacchiere.
Andrà tutto bene, qualsiasi cosa capiti; tutto sarà bene, perché il caso non esiste...
E sotto il cielo tutto è pronto. O quasi...

2 agosto 2014

On tour. 2 agosto. La pianura è piatta.

Ore 10.21. Sveglia digitale. Non è grave. Non ho dormito, dopo la festa dell'altra notte. Quindi va tutto bene.
Mi alzo senza svegliarmi, finalmente. Tant'è...
Ritualmente mi guardo alo specchio e decido di lasciar perder... Non sono più recuperabile. Assolutamente.
Corro a preparare le valigie. Non è da me. Ma resisto. E soprattutto, non è cosa nemmeno per i miei compagni di viaggio. Oggi avrò la scorta: una moto davanti è una moto dietro. Come i presidenti, come le star di Hollywood. Come le persone che contano veramente. Partenza prevista per le ore 12. Ovviamente le valigie mi trattengono, e non riesco ad essere puntuale. Come se non bastasse i mie fidi compagni di viaggio tardano. Pure loro. Le donne sono terribili. E dopo aver mangiato la partenza è posticipata alle 14.30. Impreco in molte lingue, ma ciò non è importante. E soprattutto non anticipa i tempi...
Partiamo, su tre moto. Anzi: due più la mia nana bipede motorizzata, in quattro. Direzione sud. E passata Monselice inizia il deliquio.
Io credo di esser un uomo di mondo, ma le cose che ho visto nella bassa padana sono difficili da raccontare. Un po' come quelle che il buon Dante dice di no saper scrivere e descrivere una volta arrivato in paradiso.
Innanzi tutto: le produzioni alimentari della zona sono impressionanti. Non esiste il piccolo appezzamento: esiste solo la grande distesa di... qualsiasi cosa. Frutta, ortaggi, cereali, mais. Tutto è enorme. La terra non manca. E nemmeno i trattori. L'area pullula di ruralità meccanica. E le terre si sciolgono alla vista.
Inoltre.
Assisto ad una gara ciclistica che come traguardo ha una... cosa. A cui non posso credere. Sembra il sud del modo... Il traguardo è uno stendardo. Una babdiera. Su un camion. In mezzo alla strada. Non ci posso credere...

Tuttavia... Noto con piacere che la cultura non manca: un "Cinema Nuovo" sorge in mezzo alle campagne. Il comunismo ha fatto sorgere in queste terre un'entità astratta, che di nuovo non ha più nulla oramai, nè il nome, nè l'edificio, oramai in rovina... Vedo la struttura in corsa, pericolante, dolorosamente in difficoltà. Mi chiedo che film potessero proporre... Ma non mi curo di lor, guardo e passo, lesto, inseguendo i miei compagni, che oggi fanno strada per me, e mi accudiscono, come angeli custodi.

La strada in verità non riserva grandi cose. Ma in mezzo a tutta questa coltivata desolazione inizio a sentirmi inerme. Disarmato. Inabile. È tempo di una pausa corroborante. Lo spirito ne gioverà di sicuro. Al primo bar dopo la sosta carburante, e dopo qualche ora di viaggio, decido che il tempo è buono per fermarsi. Ed i miei compagni sono della stessa idea. Non dubitavo...
Vedo un personaggio dai capelli lunghi, crespi e bianchi. Entra nel bar ed esce. Con due pacchetti di sigarette in mano. Un uomo del posto. Indossa una maglietta che arreca la scritta: "Shampol/Paolo parrucchieri". Rido e sorrido in compagnia, sorseggiando uno spritz, mentre gli altri trangugiano una "bicicletta", appellativo locale per la "radler". Stento a credere a quanto sento ma... Così è da queste parti. Dopo la sosta, un mezzo a quatto ruote con un rasa erba sul tetto attraversa la strada. Io credo di non aver mai assistito a tanto, e sorrido fotografando la scena. Voglio esser sicuro di aver una certa credibilità al mio ritorno, quando racconterò certi episodi.
Ripartiamo.
L'aria è fresca a 70 km/h, indipendentemente dai limiti.
Una cosa che mi colpisce particolarmente però, sono le insegne e gli annunci che incontro durante la strada. Non avrei mai immaginato ci fosse qualcuno, al mondo, dedito al commercio di "budelle". Mai. Eppure qui tutto ciò esiste e sussiste, chissà da quanto tempo...

Verso le sette di sera decidiamo che è arrivato il momento di riposare. Traducendo: cibo e riposo si rendono necessari. Celermente ci dirigiamo verso Meldola, ridente località a sud di Forlì. Arriviamo alla metà designata, per tempo prenotata. Dopo aver chiesto informazioni circa i luoghi deputati alla somministrazione di cibo in zona, decido che un chilometro a piedi è già abbastanza per meritare una cena da poveri viandanti. Arrivati, pedibus calcantibus, a destinazione - in una taverna rude ma accogliente- carne e vino locali ci rendono sazi e felici. Non potevo chieder di meglio, soprattutto dopo l'abbandono sul tavolo, dopo il caffè, delle bottiglie di liquori. Terminati bicchieri e bottiglie decidiamo che, sotto il cielo coperto da sorella Luna, il nostro tempo è finito.
Esausto corro tra le braccia di Morfeo. Una doccia mi purifica. Domani è un altro giorno. In solitaria, verso sud.

3 agosto 2014

On tour. 3 agosto. Confinato al confine.

Ore 9. Non sono solo ancora, e mi adeguo alle esigenze cristalline degli angeli custodi che mi assistono. Anticipando la sveglia, mi ritrovo desto cinque minuti prima del previsto. Mi sveglio con il suono della messa in moto di una Fiat 500. Dubito della natura del rumore sferragliante che odo, e mi consulto col mio compagno di stanza che conferma la mia ipotesi. Parte al secondo colpo; anche lei, come me, stenta a mettersi in moto... E tuttavia ci riesce. Seguo il suo esempio, strofino gli occhi, guardo il soffitto, impreco e mi alzo.
Passo dal bagno in comune, senza maglietta e senza pretese. Il problema è sempre lo sguardo... Fondo. Il Dio del sonno mi possiede. Ma non voglio farci caso e con l'asciugamano in spalla e molta noncuranza proseguo per la camera e mi agghindo per la colazione che si tiene al piano inferiore.
La signora che ci ospita è molto gentile: ci chiede cosa desideriamo ed, in principio, si affanna per esaudire i desideri di tutti. Dovrei dirle forse che non è il Genio della lampada, ma va da sè. A me piace essere servito. Ed anche riverito. Seppur la cosa non capiti così spesso... E lascio fare, con educazione.
Durante la colazione discutiamo del tragitto. Passaggio per Predappio. Poi sud. Bagno di Romagna. Lì le nostre strade si divideranno...

Partiamo dopo aver restaurato l'ordine primigenio delle valigie. Il carico sui mezzi è abbastanza agevole, e noto che la signora che ci ospita, dopo la ricompensa legalmente pattuita, è attratta dal mio sferragliante biciclo. Le concedo volentieri delle foto; sono comprese nel prezzo...

Subito dopo la partenza mi fermo per foraggiare il mio non-ruminante, ed avido, ronzino. Sarà perché è domenica, sarà perché siamo attraenti, io e Lei, ma... Trovo la gente molto disponibile. Una ragazzo, mentre spino gli ottani dalla pompa, mi dice di aver visto parecchi mezzi datati dirigersi verso Bertinoro. Dico di esser straniero e di non conoscer molto bene la località che lui mi indica. Tuttavia, gentilmente, mi segna, con l'indice, la direzione del corteo avvistato. Dopo la breve conversazione, l'uomo avvia il motore. E va, verso lidi a me ignoti. Nel frattempo una auto, in procinto di esser rifornita attende, in coda, che io sfili per lasciar posto. A gesti mi scuso per la lungaggine dell'operazione. Ma l'autista mi concede un cenno di grazia; con un sorriso compie il motto della persona a cui nulla importa di aver atteso. Mi stupisco, ed in fretta lascio il passo all'accesso della pompa numero quattro. Non so se dipenda da me o da Lei, tuttavia sembra che, stando assieme, le cose scivolino via; l'attrito cosmico non ci appartiene...
Riparto speronando la puledra, subito in salita. Destinazione Predappio. Oggi posso ancora permettermi, per qualche ora, di seguire chi fa strada. Tra curve e molli declivi giungiamo alla meta.
Bella Predappio. Lussureggiante. Quadrata. Ordinata. Qui si respira una pulita ed autoritaria aria italica, condita con un feticismo, abbastanza mitico e mitologico, che voglio immortalare. Cinema, scuole, porte di ingresso di edifici, statue... E l'edificio dell'Istituto Nazionale Assicurazioni mi lasciano... sospeso.

Proseguiamo verso Bagno di Romagna. Tuttavia una sosta si rende necessaria. Bocciata la mia proposta per la "Trattoria degli Artisti", la fermata vien spostata di qualche minuto. Arriviamo così in una solida e testata osteria -patria di pranzanti personaggi border-line e mezzi datati- ove, nel tentativo di ordinare qualcosa di alcolicamente locale, ci ritroviamo a bere del "frizzantino" con dell'Aperol. Poco male! I postacci mi piacciono; l'alcol corrobora lo spirito e fortifica il corpo. E dopo una vincente e romagnola partita a carte decidiamo, non senza difficoltà nel ritrovare l'oste per corrispondere il giusto compenso, di rimetterci in viaggio sotto le velate nubi che un po' ci accompagnano, oscurando il mite cielo.

Bagno di Romagna ci attende. Viriamo senza tema, sotto le sottilmente dense nubi, sopra l'asfalto denso di impurità. Oggi il nostro lavoro è questo.
Arrivati alla ridente località decidiamo che è il momento di separarci. Una gelateria dirime le nostre strade. Ma poco dopo ci penserà la pioggia...

Corro verso Verghereto. Ho lo strano presentimento di volermi fermare. La mia intuizione è abbastanza scientifica, a volte non voglio creder neppure io a quanto si avvera dopo averlo immaginato... E giustamente non le presto attenzione punto. Proseguo, sotto qualche goccia di pioggia verso Pieve Santo Stefano. Evito la statale E45. Voglio una strada a percorrenza normale. 17km. 23 minuti. Si può fare. So che la pioggia attenderà il mio arrivo a destinazione, qualunque essa sia.
Vado, dritto come un fuso. Intuisco la strada. La vedo. La percorro. Fino ad un certo punto. Quando.
No, no, no! Nooo! No. Strada chiusa. CHIUSA. "Cosa?". Il macigno di cemento segna il confine tra Romagna e Toscana...
Consulto il navigatore. Alternativa: fare un passo -Viamaggio- ed impiegare un'ora di tempo. Quasi tutta, con grande probabilità sotto il diluvio. Alzo la fronte al cielo. So che andrà tutto bene. Torno indietro. Al primo tuono mi fermo, in un borgo abitato, sotto ad una fermata dell'autobus. Esattamente nel punto in cui mi sono fermato venti minuti prima per fotografare un gruppo di bestemmianti anziani intenti al gioco delle carte. Il gioco a cui prima avevo vinto, pur senza segnare i punti su carta, come sarebbe d'uopo. Attendo la pioggia insistente prima di decidere che adesso, qualcosa deve esser fatto. Prendo in mano il telefono. E la prima cosa che succede ha dello stupefacente; leggo sullo schermo: "connessione wifi B&B BRAGAGNI". Potenza piena. Mi guardo intorno, ripetutamente. Non devo essere lontano... No.
Cerco informazioni su questa struttura. Trovo una pagina. Un numero di telefono. E chiamo.

Io: "Salve, buongiorno. Senta... Una informazione: sono un ragazzo, da solo, in lambretta. Sto girando l'Italia e sono qui a [...] ha un posto per questa notte".
Lui: "Ma dove sei? Sei il ragazzo qui davanti?"
Io: "Davanti... Dove?"
Lui: "Entra nel bar. Sono qui."

Attraverso la strada. Quel bar mi aveva stregato, e mi porterà fortuna. Lo so!
Mi presento. Chiedo. Ho quello che desidero -ad un prezzo non da signori, ma accettabile-. Un posto quasi "tugubre" - coniando e regalando un nuovo termine per il vocabolario italiano- in cui poter riposare.
Chiedo anche per il deposito del mio fido ronzino. E qui la cosa si complica... Ma non importa. Per ora salvo la pelle mentre il cielo sembra cadermi sulla testa.
Porto le valigie in salvo, mentre l'oste e gestore del B&B si assicura della mia identità...
Sposto la mia fida compagna di fronte alla porta d'ingresso dell'appartamento. So di esser stato notato... Lo sentivo; non tutti alloggiano una lambretta del 1963 all'interno di una fermata dell'autobus... E così...
Un uomo affabile e gentile mi osserva. E cominciamo a chiacchierare... Luciano, così mi sembra si chiami, è un appassionato di vespe. Ne ha un paio. Parliamo di quanto siano belle ed anziane, dei colori e delle forme. Mi chiede da dove vengo, dove vado... E io racconto la mie vicissitudini giornaliere: la strada chiusa, la pioggia. Il problema di dover riparare la mia Lambretta...
Ed in cambio ho tutto ciò che mi serve: apprendo che la strada che ho trovato chiusa si può fare, con calma... Inoltre, questa buona e mite persona, fornaio di professione, si offre di ospitare il mio mezzo nel suo garage privato, affianco alla sua vespa... Conduco il ferro nel loco deputato al ricovero, continuo a parlare con questo signore, molto gentile e cordiale; conosco la moglie, anche lei persona molto gradevole ed affabile. Ora ho un ricovero per il mio destriero e uno per me. Non manca altro che il diluvio che si è presentato se ne vada... Ma con calma. Perché io, ora che sono fermo, non ho intenzione di muovermi, se non per andare al bar che mi ha visto un paio di volte passare ed osservare al suo interno.
Ed infatti è la prima cosa che faccio: entro. Saluto l'oste con creanza e mi siedo all'esterno, a bere un bicchiere di vino rosso, mentre fuori - sopra la tenda che mi copre, lasciando trapelare qualche goccia sui miei pantaloni- diluvia.
Lì trovo un paio di buoni signori che mi interrogano sulla mia Lambretta e sul mio viaggio. Chiacchiero amenamente e volentieri con loro, mi piace. E scopro che uno dei due ha a sua volta posseduto una Lambretta, un 200cc, con la quale ha fatto almeno 13 ruzzoloni. Deve averli contati... Ed io rido, sorrido e racconto, a questi signori di cui ora conosco anche l'età - uno è classe 1949-, perché di meglio non mi poteva capitare.
Abbandono dopo un'ora la conversazione e mi dirigo nall'appartamento per riposare. E la cosa non mi riesce. Ma non importa. Tra l'altro vorrei conoscer il progettista e l'idraulico che hanno messo mano al bagno: vasca per l'acqua del water a destra, pulsante per l'acqua al centro della parete, sopra il bidet, water addossato all'altra parete. Testimone mi è la prova fotografica... A questo punto io rido da solo. Senza senso... Ma ho già avuto molto così. Poco dopo apprendo che i miei angeli custodi sono stati abbondantemente annaffiati dal nubifragio che io osservavo da sotto la tenda con un bicchiere di rosso in mano... Provo un sommo dispiacere e li invito da me, poiché sono a solo 10 km da dove mi trovo io... Ma proseguiranno verso nord. Soli.

Decido verso le otto che la cena può essere una buona idea per conoscere le usanze culinarie locali. Non ho intenzione di andare oltre al bar che già conosco. Sono a piedi e pioviggina. Non sfido la sorte. Il bar va benissimo.
Mi avvio.
Entro.
Osservo le persone che respirano all'interno dell'edificio. Va bene. Avrò il mio da fare...
Ordino del cibo. Una piadina. Va bene. Va bene. Approvo e non chiedo oltre che un po' di "maionese" ed un quarto di litro di vino rosso che si moltiplicherà nel corso della serata.
Ho in fronte a me una signora, sui settant'anni, proprietaria di un barboncino che tiene gelosamente sulle ginocchia, mentre sorseggia un caffè. La donna si rivela anche un po' dura d'udito... E sorrido alle castronerie che assembla ascoltando il telegiornale sulla rete ufficiale...
Assaggio dei cantucci e vin bianco, offerti dall'oste imprecante, oramai amico, con cui mi intrattengo per quasi un'ora al banco, dopo aver finito di mangiare. Scopro molte cose, parliamo di soldi, di San Marino e di Rimini...
Finita la conversazione mi dirigo verso lo stabile che mi ospita. Trovo 5 cent di euro che sostituisco con un ferro da 1 cent...
Stanco ma assistito dalla sorte e da me stesso cerco di dormire in un letto che non vale quanto ho pagato. Tuttavia io credo che le cose dovessero andare così. Anzi. Ne sono certo... Ed il sole di domani, a colazione, mi saluterà, da qui.

4 agosto 2014

On tour. 4 agosto. E45. I love you.

Deve essere stata una gran bella serata quella dei miei amici Vag all'Orange Bar iersera. Mi arriva un messaggio: appena sveglio.
Giordanovag deve averci dato dentro...

Ore 8.55. Anticipo la sveglia che avevo puntato alle 9.05. E dato che ci sono, la posticipo alle 9.20. Vorrei dormire. Ma non importa. Mi sveglio in anticipo anche sulla seconda sveglia. Come di rito, entro ed esco dal bagno. Mi abbiglio ed esco verso il bar dove mi aspetta la mia colazione. Caffè e brioche. E chiedo di regolare il conto, offertomi come da accordi. Il proprietario mi chiede, al mio ritorno in appartamento, di spegner l'interruttore elettrico generale. Me lo segno per non dimenticarlo. Una volta entrato eseguo l'ordine, e comincio a preparare lo zaino.
Poco dopo recupero il mezzo alla posta della sera prima. Entro nel negozio del fornaio ed incontro la figlia, come l'uomo aveva detto. La ragazza mi accompagna al garage dove giace il mezzo. Mi chiede da dove vengo e dove ho intenzione di andar... È gentile. Rispondo volentieri. Recupero e dono alla ragazza un mio biglietto da visita, per il padre. Se vorrà saprà chi sono e dove trovarmi...
Torno verso l'appartamento per recuperare le valigie e caricare tutto sul mio ronzino. Decido di rimetter a posto i 5 cent della sera prima. Tanto torneranno indietro...
Passo di nuovo al bar per lasciar le chiavi e salutare. Marco è gentile, ci scambiamo i contatti e lui batte uno scontrino, da 5 cent, per lasciarmi il suo numero di telefono. Come al solito ho ragione, i 5 cent sono tornati in gioco... E mi scriverà un messaggio più tardi.

Esco e metto in moto. Il sole splende. L'aria è fresca e limpida. La strada incerta non mi preoccupa. Metto il mio giubbotto in pelle e vado.
Di nuovo la strada di ieri, e di nuovo il macigno di cemento ad interromperla. Ma stavolta supero a lato l'ostacolo, e vado per la mia strada, ufficialmente interrotta...
In verità non credo di aver mai visto strada in condizioni peggiori. Più che altro è proprio priva di qualsiasi cura. Nulla. Sterpaglia ovunque, macigni, frane e buche costellano la strada. Che di per se è bella da percorrere. Caratteristica. Molto caratteristica. E purtroppo molto disastrata. In molti punti. E per cinque lunghi chilometri la mia attenzione è massima...

Finito il tratto chiuso ufficialmente, ma aperto a me, un signore mi nota e mi saluta. Mi fa piacere. Devo attrarre l'attenzione in qualche modo... Deve esser così sicuramente...
Arrivato a Pieve Santo Stefano decido di fare miscela. Come al solito non mi accorgo della possibilità di risparmiare al "Self" e mi faccio servire, con non curanza. Soprattutto perché della cosa e della spesa mi son curato dopo... Ma pazienza. Chiudo il serbatoio e riparto. Voglio sostare e mangiar qualcosa a Sansepolcro. Ma prima devo risolvere una cosa: il cavo dell'acceleratore si sfila dal carburatore. Poco male. Mi fermo cinque minuti e riparto. Ed in poco tempo arrivo. Lungo la strada che porta verso il centro un cavalluccio marino gonfiabile mi attraversa la strada e quasi mi sfiora il casco. Mi sembra di essere in un sogno... In fondo vedo la porta del centro città ma non entro. Non trovo un varco buono per farlo e decido di lambire il centro, imbattendomi in un ristorante che attrae la mia attenzione. Mi fermo e chiedo, con riverenza, del vino e degli stuzzichini. So che questo non è lo standard per un posto del genere, però... La gentile proprietaria mi accontenta volentieri ed esce dal locale, in una sorta di palco dove ho preso posto, per prepararmi il tavolo -con una deliziosa tovaglietta disegnata e colorata- e per chiedermi di scegliere il vino. Le dico che mi fido e che mi consigli lei, a suo gusto. Così è: assaggio e approvo la scelta. Perfetto! Ovviamente la ragazza nota il mio mezzo parcheggiato praticamente davanti all'ingresso del locale. Il suo occhio si posa sui buchi allo scudo che non ospitano la scritta Lambretta. E mi dice che, girando per mercatino dell'usato, magari riesce lei a procurarmela. Ringrazio. Fa piacere trovare persone così gentili ed interessate alle cose che si fanno con passione...
Poco dopo una cameriera esce con dei crostini: deliziosi. Alle 12.45 il mio palato assapora il tutto. Buono. Troppo. E chiedo il bis di tutto. Che bellezza. Amo la Toscana e questo posto.
Dopo un'ora devo andare, è tempo di continuare a scendere verso sud. Nel conto scopro che Sara mi ha offerto il vino. Troppo gentile. Davvero. Le lascio i miei contatti sul retro di una foto che ho con me. Magari trova una scritta adatta a me è alla mia Bestiola ferrata.
Ma devo proseguire. Sello i cavalli e vado. Città di Castello mi attende...

Proseguo con calma, la strada è abbastanza regolare e piacevole. In poco tempo trovo le indicazioni per Città di Castello. Mi guardo attorno ed entro, con calma, in seconda marcia, al minimo.
Un locale attira la mia attenzione: portone in legno, pavimento con assi dello stesso materiale, ed all'interno biciclette a pancia in si è foto di tutti i tipi appese ai muri... Mi soffermo un attimo, decido di fotografare il posto. Pittoresco. Ad un certo punto, uno uomo che stava in mezzo alla strada al telefono mi si avvicina. "Lambretta eh!", esclama. E comincia la conversazione. Il signor Antonio è un personaggio. Ha una officina per biciclette, cicli Giogli. Nota subito il mio zaino, "da militare, me lo ricordo questo...", mi chiede da dove vengo e mi dice che la mia certa ha il santo che porta il suo nome. Quando gli spiego dove ho intenzione di andare tira subito fuori le sue cartine. Antonio è una persona come me. E me lo spiega lui: "vuoi un consiglio da chi monta in auto, accende il sigaro e dice :"guai a chi mi rompe i coglioni?". Ecco, bravo, fai questa strada...".
Appoggio in pieno la filosofia di Antonio quando è in vacanza e ha voglia di fare qualche zingarata. Ho intenzione di fare la strada che mi ha consigliato. Domani vedremo... Dico ad Antonio che spedirò una cartolina coi miei contatti ed una foto di questo viaggio appena tornerò in patria. E ci congediamo; mi ha fatto piacere questa sosta. Ci voleva. E proseguo per il centro della città. Stavolta voglio entrare, nonostante i divieti. Trovo un pertugio, un senso unico. Lo imbocco e mi ritrovo in centro, senza sensi vietati da aggirare oramai! Spettacolo... Vado a fil di gas per non farmi notare, ma il problema non è il rumore, ma la mia persona... Un po' troppo evidente per passare inosservata. Ma il centro è mio oramai! Fotografo e mi dileguo.

Proseguo verso Perugia, poi Assisi, Spello... La statale E45 mi perseguita e mi da sicurezza. Finché trovo le indicazioni E45 va tutto bene. Lambisco il suo corso da un po', mi fa compagnia...

Inizio a cercare un posto per dormire. Varie telefonate con "occhio al prezzo", e trovo un rifugio a Foligno. Il prezzo mi convince, la voce della signora meno... Dopo una sosta al bar mi avvio, verso il punto di ristoro notturno. E quasi arrivato chiamo la signora. Dice di stare a 200 metri da dove descrivo di essere. Ma la trovo a circa un km. Bionda. Truccata. Sui sessanta. E fumante; una ciminiera. Tuttavia ricoveriamo il veicolo, chiedo dove posso mangiare senza muovermi troppo e vengo accompagnato in casa. Si. In casa. La signora mi lascia un appartamento a disposizione... Arredamento da discutere; però pulito, quello si. Almeno a vista, e ad olfatto. Secondo me è la casa di una persona, come lo scorso anno a Borzonasca, ma... Sopporto.
Mi preparo per mangiare. Esco. Percorro i solito 200 metri descritti dalla signora, in realtà almeno un km, e mangio. Carbonara, in un ristorante per raffinati, con annesso hotel. Esausto torno a casa, quella della signora, questo condominio in mezzo a... tutto. Italiani, albanesi, rumeni... Rovi e calcinacci. Una grande famiglia. E per stanotte ci sono anche io.

5 agosto 2014

On tour. 5 agosto. Contro vento, vagando per villaggi.

Bene.
Oramai la sveglia non serve più. È inutile. Domani provo a non metterla. Alle otto sono sveglio.
Resisto.
Alle otto e tredici sono sveglio.
Mi giro.
Alle nove e ventidue sono sveglio. E finalmente mi alzo. Finiamola.
Mi alzo dopo aver dormito discretamente e dopo aver sognato che la signora che mi ospita si intrufolasse nella casa che mi aveva prestato per quella notte. Che incubo quella la fumante ciminiera...
Tuttavia mi dirigo in doccia per dimenticare e per purificare la mia immaginazione. Mi rendo presentabile. Apro la finestra della camera che da su un cortile posteriore all'edificio. Manca il decantato gallo del pubblicizzato B&B ma sarà a spasso, anche se non lo vedo proprio, qui, nel suo habitat naturale. Lo vedo piuttosto in pentola, con un po' di patate al forno, con un po' di rosmarino e sale grosso... Splende il sole e ciò per oggi basta, l'aria è pungente pur essendo estate inoltrata. Ed è bello anche così.
Volgo la mia volontà alla colazione. Ieri sera la signora mi ha gentilmente spiegato come funziona la macchina. E tutto era funzionato fino al parziale blocco della lama tritura caffè. Avrei scommesso qualcosa sul fatto che stamattina non sarei riuscito a far uscire nulla di colorato da quella cosa. Ed infatti: per tre volte, pigio il pulsante e... esce acqua, calda. E basta. La lama non macina il caffè pur girando... Ma tanto lo sapevo. Bevo dell'acqua ed accompagno il liquido con una brioche industriale al cioccolato. Accontentiamoci. Su.
Esprimo un elogio alla mia pazienza ed alla mia abilità... Cambio zona, vado in camera; assemblo lo zaino, chiudo tutto e chiamo la signora per dirle che sto per scendere. Dice che già mi aspetta con la porta aperta. Tutto sommato è premurosa, anche se burbera nella voce. Si preoccupa di fare la ricevuta e chiede se tutto fosse di mio gradimento. Mi chiede come ho dormito. Non le racconto del sogno ma le spiego che il letto era comodo. Mi accompagna a prendere la mia puledra da corsa e, mente mi aiuta a caricare lo zaino, mi racconta che ha appena aperto il B&B, che prima ha avuto noie con l'affitto di quel locale; mi racconta dei suoi figli... Ha sensibilità la signora, ho l'età di uno dei suoi figli, e mi raccomanda di andare piano. Obbedisco. Forte non vado. Saluto, scalcio e volo via. Direzione Spoleto.
Memore del percorso insegnato dal signor Antonio ieri, vado verso i monti. Passo per Trevi. Bello il percorso e bello il colpo d'occhio offerto dalla città. Decido di entrare. Ma trovo un bellissimo e fornitissimo mercato a sbarrarmi la strada. Quindi osservo da quasi vicino questo bel borgo abbarbicato tra le colline e scendo il declivio che mi porta a Spoleto.
E qui comincia il bello. Antonio diceva: "Eggi, Santa Anatolia di Narco, Arrone, a Labro, Piediluco".
Io eseguo. Anche perché non posso procedere per Spoleto se non per la E45, che tanto mi è cara ma che non voglio percorrere. Esco ad Eggi e... Da qui il delirio. Non una indicazione per i paesi che cerco, non un cartello. Il navigatore non sa dove si trovi, io nemmeno. Mi arrampico un'ora tra le colline intorno a quel paese dimenticato dalle divinità superne. Finalmente, alla fine di una strada, l'ultima percorribile, trovo un signore a cui chiedo informazioni. Mi dice che la deviazione che doveva durar tre mesi persiste da nove anni. Mi indica altre strade ma poi ricorda che ci sono lavori... Gli dico che vorrei andar per Arrone. Ma mi dice che è troppo lunga e ci metterei troppo. Non può capire che io non ho padroni e non ho orari; e non ho nessuno che mi attenda nel mio peregrinare. Mi obbliga a far la E45. Annuisco, volto il purosangue che mi sopporta, scalcio e vado. Non con i consigli del vecchio ma con la mia immaginazione ed io mio telefono, adattato alla navigazione. Ad una fermata per poco non cado, portando con me lambretta e zaino... Insisto, persisto. Scopro una via, stretta. In mezzo a pascoli, ovini e bovini ben curati. Proseguo. Vado. Trovo un sottopasso fatto apposta per me. Quello che la mia immaginazione ha creato e che il vecchio, a tre km di distanza non conosceva. Esco dal lugubre ed angusto pertugio. Sono a Spoleto. Ad un km dal centro. Lo sapevo. Lo sapevo. Una via per me c'è sempre... Ed era pure bella!
I numero di tutto questo: per fare circa 20 chilometri di strada - che separano un paese dall'altro- ho impiegato quasi due ore. E percorso almeno il doppio della strada, e più. Ora però conosco Eggi come le mie tasche.

Arrivo a Spoleto. Vorrei entrare ed arrivare alla parte alta, cerco un varco, e mentre lo supero trovo la polizia locale. Ho notato che non si può passare in quel tratto di strada. Lo so, ma... Vorrei... Se...
Va bene. Desisto. Lascio stare, volgo lo sguardo altrove. Qui non è aria. Imbocco la Flaminia, con stile e leggerezza. Troppa forse; ed al primo postaccio lungo la strada mi fermo. Ore 13. Cibo.
Qui sembra che l'abilità ad allestir panini imbottiti sia leggendaria. Voglio provare. E devo dire che la cosa corrisponde a verità! Il mio imbottito è delizioso, morbido, pomposo ma educato. Lo accompagno al vino. Va tutto bene. Me lo merito. Sosto circa due ore, incontro un ciclista di Rimini che mi chiede se la via è quella corretta. Rispondo che forse è meglio chiedere agli indigeni all'interno...
Incontro poi un buon uomo che subito, vista la mia donzella a rotelle, chiede dove vado, da che luogo provengo ecc... Ha fatto la strada che avrei voluto fare io oggi. Inoltre è stato vigile del fuoco, a Mestre. Tornerà verso le mie zone la prossima settimana per riveder un amico. Sarà un barca... Lui che è un montanaro verace mi spiega che avrà sempre il giubbotto salvagente con se. Mi fa ridere il sol pensiero e glielo faccio notare.
Altri due personaggi passano dinnanzi al mio motore e ricordano di averne avuta una... Che più non sanno dov'è. Cerchiamola, mi dico tra me - e Lei-! Ma desisto. Subito. Non sono convinto...
Prima di pagare chiedo informazioni al tipo del locale sulla strada da far. Mi indica quella da Arrone in poi. È la strada di Antonio! Voglio fare quella, almeno nell'ultima parte! Pedalo e vado, e questa volta va tutto bene. Passo vicino alle cascate delle Marmore, che vidi da piccolo. E vado verso Rieti, saltando Terni.
Qualche chilometro prima di Rieti sosto. Trovo un bar, entro e ordino dell'acqua. Vengo servito. Bevo volentieri dell'acqua tiepida con ghiaccio. La fermata è breve, il tempo di riprender fiato e di guardar un po' l'umanità che mi circonda. Al mio fianco, sulla sinistra, siede un personaggio ambiguo. Vestito da lavoratore seriale armeggia con un gratta e vinci. Nel tempo trascorso nella veranda del locale l'uomo ha grattato, con somma difficoltà e sentita sofferenza, almeno quattro "gratta e vinci". Davvero, sembrava stesse sudando sette camicie per ogni tassello scoperto.
Mentre io bevo e l'omino seriale gratta, un ragazzo arriva in derapata con un trattore. Entra al bar, ordina, consuma abbastanza celermente, e scappa sgommando e fumando la sua sigaretta industriale. Lo rivedrò poi, sempre fumante, per il tabacco e per il sudore, nel campo affianco, intento a tagliar l'erba. Che villico di carattere!
Passato il mio tempo utile per la sosta passo al banco per pagare. La signorina è gentile. Sarà perché prima, entrando, ed assistendo ad una battuta di un cliente, le ho dato il destro per risponder a modo al suo interlocutore... Sta di fatto che la consumazione non grava punto sulle mie finanze. Free drink! Poco sarebbe cambiato, ma fa piacere sia andata così.
Prima di allontanarmi definitivamente dal locale, chiamo un B&B per la notte. Centro al primo colpo. In via Salaria, Pisolo mi attende. Giro e lotto contro le indicazioni del centro di Rieti per trovar la via maestra, ma esco vincitore. Vedo un gruppo di frati in un chiosco lungo la strada, mi vorrei fermare ma pazienza...
Quasi alle 19 sono in zona. Il proprietario, un uomo dall'aria mite, mi attendeva. Fa notare al figlio che la mia lambretta ha un bel suono, pienotto, regolare, e mi porge la chiave. Scarico il mio ronzino, lo metto a riparo vicino ad un cavallo, in una sorta di stalla col tetto, ma aperta. Per scrupolo incateno la Fiera. Speriamo bene...

Mi reco al bar vicino. Qui già la parlata è grassa: "sarve", "a coso, gome de ghiaimi...?", "ambè, ao!". Ordino un aperitivo. Mi viene proposto uno spritz. Chiedo che venga fatto bene. E Gianluca, il ragazzo al banco, bene lo fa! Mi complimento con lui! E facciamo due chiacchiere mentre mangio e sorseggio il liquido arancione. Gianluca ha avuto delle vicissitudini con delle damigelle di Padova; donne di spettacolo, donne di mondo... E chiacchieriamo amenamente di varie cose. È un buon ragazzo e ci scambiamo i contatti. Se non scappa dall'Italia come molti vorrebbero fare, magari ci si rivedrà ancora. Chissà...
Nel mentre, durante una delle nostre conversazioni, noto una signora entrare nel locale ed estrarre dal reggiseno del contante... Rido. Credevo non ci fossero più queste donne... Ed invece...

Decido di virare verso il mio appartamento. Mi lavo dalle fatiche della giornata. Poca distanza percorsa ma molti chilometri a vuoto. Ma va bene così. Va bene così. Perché anche oggi splende il sole, perché tutto va come deve andare e come voglio che vada. Domani Sulmona. Sempre e ancora a sud...

6 agosto 2014

On Tour. 6 agosto. A Nord di me stesso.

Mi desto. Nei miei sogni stavo per uscire con... Non lo so, nè la mia coscienza lo sa, o forse si...
Sento una vespa che arranca a fatica. Il mio telefono squilla, e leggo un articolo su due persone che compiono il giro d'Italia in vespa.
Il figlio del proprietario del B&B ha parcheggiato la sua vespa a fianco della mia impareggiabile lambretta. Sono perseguitato dalla vespa e da Nela...

Preparo la valigia. Direttamente, senza passare dal via. Assemblo le cose e vado a fare colazione. "Cocomero, il figlio di Roberto" mi attende in bar. Ordino e consumo ligiamente. Si sta bene oggi. Splende il sole ed è fresco. Poche nubi all'orizzonte. Tutto scorre a velocità controllata.
Avviso Roberto della mia dipartita, sciolgo le briglie al mio mezzo, carico, pedalò e vado. È già tardi, e non mi fermerò finché non sarò già verso Sulmona, o mancherà poco. Ultimo consulto telefonico per decidere il percorso migliore da seguire prima di inoltrarmi verso la meta di oggi. Una volta deciso, e una volta saputo che si può far, basta solo decidere come. Io direi: con calma.
Incontro per strada cartelli che annunciano mostre di pittura e cose amene che però non riuscirò a vedere. E quando decido di fermarmi al primo distributore, al secondo, meno costoso, incontro una figura zingara che mi preoccupa. Volto il cavallo e torno al primo distributore, più esoso ma anche più accogliente. Italicamente favellando chiedo lumi sulla strada da percorrere per arrivare a Sulmona. Voglio la più bella. E quella mi viene suggerita, in accordo col mio suggeritore telefonico padano. Riparto col pieno, ben pagato, e vado.
La Via Salaria è molto bella, mi piace. Si dipana tra curva e salite, tra rettilinei e discese. Succulenta e acida, assolata e adombrata da nubi cerulee e tossici scarichi di bilici carichi di merci. Decisamente tosta, non c'è che dire.
Viro verso L'aquila, ma non passo il centro. Non voglio. Sento le crepe, non serve vederle.
In prossimità della città incontro una galleria. Controllo la lunghezza: 1800 metri. Le gallerie di 1800 metri non mi piacciono. Soprattutto ora. Faccio un lungo respiro e mi inabisso nel ventre della montagna. Che paura... Non vedo nulla tanto la nebbia è fitta, non riesco a respirare compiutamente, e il mio cavallo bolso sembra perder brillantezza. E a metà accelero, sperando di uscire in fretta da quell'antro mefistofelico. Corro. Ed all'uscita sorrido e urlo per esser sopravvissuto. Io non ho mai provato una tale sensazione di impotenza. Ma sapevo che sarei arrivato dall'altra parte. Ed il mio ronzino esulta con me. E festeggerei se non mi fossi imposto di arrivare avanti quest'oggi...
Proseguendo una donna, ad una rotonda in una punto grigia, mi sorride ed alza il braccio per salutarmi. Stupito saluto come uno stordito la macchina e la donzella... Chissà chi era.
Proseguo per Sulmona. Non faccio la statale ma la strada vecchia che porta verso Fontecchio e Molina.
La percorro in armonia con me stesso e con la natura che mi circonda, con un filo di gas per sporcare il meno possibile l'aria che si respira qui. Bello questo tratto di strada, sereno. Verso Molina inizia ad alzarsi il vento. Come da accordi con me stesso mi posso fermare qui in zona. Trovo un postaccio. Perfetto. Mi fermo. Parcheggio. Scendo.
Un signore mi attende sotto ad una tenda. Mi indica l'entrata ed io procedo all'interno del locale. Ordino un panino e del vino, avviso che mi possono servire fuori, mi troveranno là. Non voglio stare dentro.
All'uscita ritrovo il signore e mi siedo accanto a lui. Quando lo chiamano per far il panino lo fermo. Gli dico di propormi qualcosa che non lo faccia lavorare, che sia già pronto. Farfuglia qualcosa ma non so cosa, non capisco; ma annuisco. Non so cosa ho ordinato ma... Ho appetito e andrà bene qualsiasi cosa. Mi avvisano che è pronto poco dopo, ma non voglio entrare e chiedo se possono far servizio fuori. Gentili mi accontentano.
Arriva il vino. Arriva una montagna di pasta al sugo. Arriva anche la macedonia che non ho chiesto. Che servizio!
Inizio a mangiare, ed il proprietario torna fuori. Chiacchieriamo mentre mangio, io a bocca piena, lui a bocca chiusa, con una sigaretta tra le labbra. L'umanità da queste parti ha figure usurate, piuttosto burbere e ha le sembianze della bassa manovalanza operaia ed edile.
Il fumatore mi chiede che strada ho fatto e perché sono lì. Spiego le mie motivazioni e comprende. Mentre chiacchieriamo invita un suo amico, compagno di fumo, a sedersi con noi. E qui inizia la festa: il nuovo arrivato è basso, magro e simpatico. Ha sempre la battuta pronta ed il fumo che esce dalle narici. E soprattutto ordina da bere per gli astanti, tra i quali io rappresento un terzo del totale. Non posso rifiutare. Sorseggiando discutiamo di lavoro, di politica, di donne e di vino. Ora tocca al proprietario ordinare dell'alcool. E Vabbè. Chi si muove da qui ora? Accetto... Con riserve subito accantonate.
Gli uomini mi consigliano colture alternative per la mia attività: tartufi. Sembrano funzionare... Ad un certo punto arriva un ragazzo: Armando. Accorre alla mia puledra per constatarne le condizioni: "non c'è male, vero? E non hai sentito come canta...", mi dico. Armando è giovane: con gli altri presenti mi fa domande su come si tratta burocraticamente un mezzo d'epoca. Io rispondo, per quanto so...
Al gruppo nel frattempo si sono uniti altri due uomini. Il più anziano dei due ha avuto una relazione con una donna patavina, di Torreglia. Lì ha assaggiato per la prima volta: "poenta e oxei. I jera boni!" Esclama con un discreto accento veneto.
La situazione si fa comica, arriva un altro rosso per me, ma devo andare. Entro a pagare il mio pranzo ed un giro di vino; ma la ragazza al banco mi dice che è tutto apposto. Pago la pasta e forse la macedonia, esco e bevo il mio ultimo bicchiere. Troppo ospitali questi signori. Gentili, sinceri e senza peli sulla lingua: le bestemmie ovviamente non mancano.
Salgo sul mio ferro subito dopo una telefonata da Sulmona, non senza aver scambiato prima i miei contatti con Armando. Qualcuno mi attende poco più a sud.
Accelero e vado. In poco tempo sono con Luigi, un ragazzo del Vespa Club di Sulmona conosciuto tramite un amico che lavora in Beta Utensili, Enzo. Luigi Mi offre supporto logistico in zona per la mia -probabilmente- ultima tappa sudista prima di tornare verso nord; mi ospiterà in un suo appartamento per questa notte. Con lui conosco anche Raffaele, sempre vespista. Sono due buoni ragazzi, gentili e affabili. Scortato da loro compio in giro a Pacentro, bel borgo dal l'impianto ottocentesco, vicino a Sulmona. Raffaele è una formidabile guida turistica.
Un aborto piovoso rinfresca l'aria di Pacentro mentre visito il castello. Ma l'intenzione di maltempo non è seria, si vede. È solo un tentativo di mettere alla prova la mia volontà. In un attimo la pioggia sparisce. Ci avviamo prima verso casa e poi verso il ristorante, nel quale arrosticini e vino ci fanno compagnia. Con noi c'è un amico Lambrettista con il quale discuto volentieri durante la cena, conclusasi con un giro turistico nella città del sommo Ovidio con tanto di spiegazioni didattiche da parte di Raffaele.
Riprendiamo i mezzi e ci allontaniamo dal centro...

Mi avvio verso il letto, distrutto da una giornata molto impegnativa. Domani vedrò il da farsi... Il Nord non si sposta di un millimetro sulla cartina geografica...

7 agosto 2014

On tour. 7 agosto. Verso nota destinazione ignota.

Suvvia! Bella cena iersera! Decisamente. Buona compagnia e buon vino, e non so tirarmi indietro...

Ore 7.56. Mi giro e guardo il telefono. Si, è presto. Troppo presto. Prestissimo. Non dormo mai prima delle 2 passate. Eppur... Voglio dormire ma ho un dubbio. Oggi. Oggi. Oggi: cosa faccio? Non che non abbia idee ma, dopo il giro che i miei custodi vespisti mi hanno proposto e che voglio fare... Che faccio? Scendo a sud o migro a nord? Beh. Facciamo due conti.
Far due conti è già cosa pessima, farli di prima mattina è deleterio, soprattutto perché so che la mia matematica è sempre smentita nei fatti da qualsiasi cosa mi capiti. Meglio lasciare i conti a se stessi e controllare la mappa. Che come i conti non conta, sempre -pure lei- smentita dalle contingenze. E allora facciamo un piano molto approssimativo. La mia specialità!
Una volta tornati dal raid verso sud, deciderò cosa fare. Rimandare è una attitudine che mi appartiene.

Ore 9.35: finisco di agghindarmi per il giro. Manca la maglietta. Suona il campanello. Assicuro la mia presenza, fuori dalla porta ma già verso il bar, a Luigi nel giro di qualche minuto. Scendo e, a piedi, ci spostiamo di qualche metro per fare colazione. Entrati nel bar, un piccolissimo locale, ritrovo la ragazza che la sera prima mi ha assemblato uno spritz. Era carina e lo è ancora stamattina, dietro al bancone del bar, assieme al suo compagno. Porta gli stesso capelli, le stesse scarpe e la stessa maglietta di ieri. "Forse è un costume di scena", mi dico - e mi auguro.
Ordino coi ragazzi. Orzo e brioche per me. Il tutto arriva puntuale e servito a modo, con l'acqua di cortesia servita in bicchieri di plastica. La radio ci offre una canzone dei Pink Floyd, dal gusto mattutino. Spettacolare inizio di giornata.
Consumo, consumano e andiamo. Mi accorgo, prima di partir, di aver dimenticato l'olio per far miscela. Devo salire a recuperarlo; faccio in fretta e, dopo la sosta al distributore, si va. Prima a recuperare qualche confetto, specialità del paese, poi a visitare la fabbrica Beta Utensili - Robur, dove Luigi Lavora. E per la quale lavora Enzo, l'altro amico che mi ha aiutato logisticamente per il viaggio.
E poi.
Giubbotto in pelle e luci accese. Destinazione: Scanno, ridente località in quota, a circa 1000 metri, meta di turisti per merito del suo lago.
Apro il gas e la mia cerbiatta arrampica con stile e classe imparagonabili. Si sa, è una mia creatura!
Saliamo di qualche centinaio di metri ed il paesaggio che mi si para davanti è incredibile. Che bellezza. Che delizia per gli occhi. Io non ho mai visto cose del genere. Tra gallerie scavate "a mano", passaggi stretti sulle rocce, antri naturali e verde lussureggiante, arriviamo ad una insenatura di un fiume. Qui ci fermiamo. Attraversata la strada, un ponte, edificato sopra ad un passaggio elevato romano già esistente, conduce alla grotta di San Domenico. Il paesaggio è mozza fiato. La mia ignoranza scopre le sue sconfinate possibilità... L'aria pulita e fresca sfiora la pelle, il sole accarezza il mio viso. La giornata è soleggiata ma fresca. Si sta bene. La curiosità mi spinge fino alla grotta di San Domenico. Veramente bella, accogliente e con una vista sullo specchio d'acqua antistante invidiabile. Passiamo nuovamente il ponte e accendiamo i mezzi. Andiamo più su, saliamo al lago vero e proprio.
Ci arriviamo dopo poco. Ed anche qui: bellezza.
Arriviamo al paese. Noto molti turisti, una folla che permea le strade di lingue varie e colori mescolati. Il posto è conosciuto, nonostante la mia ignoranza.
Ci aggiriamo per il borgo, consumiamo qualcosa ad un bar e ci accingiamo e far ritorno, non senza una ulteriore tappa, molto ravvicinata alla precedente, per masticare un panino e bere una birra scura. Avviati verso Sulmona il buon Raffaele mi spiega le usanza di un piccolo paese della zona, che festeggia il santo paesano con la cattura e la liberazione di serpi, che poi vengono posate sulla statua ma anche lanciate addosso alle persone. I paesaggi saranno anche meravigliosi, ma qui sembra dominare una lieve bizzarria, dovuta forse anche all'isolamento forzato delle zone circostanti. Ascolto ed apprendo con molto interesse. Scendendo Luigi e Raffaele si danno il cambio alla testa del piccolo serpente fumante che formiamo in maniera eterogenea, cromaticamente parlando. Faccio parte del ritorno in folle, per sentire il rumore della natura che mi circonda. Anche questo le lo hanno insegnato qui... Prima o poi deciderò di togliere anche il casco...
Arrivato a Sulmona saluto la mia guida e, fatti i bagagli, saluto anche Luigi, che si è preoccupato di farmi dono ulteriore di confetti da portare alla mia terra. Questo ragazzo è troppo gentile. Davvero. Quando potrò, ricambierò sicuramente... A buon rendere.
Una volta lasciata Sulmona mi avvio, lesto, verso Popoli e L'Aquila. Ho deciso di tornare verso Nord. Stavolta percorrendo le leggendarie "curve di Popoli". Davvero straordinario questo pezzo di strada che si affaccia sulla valle. Bello da percorrere, e bello da vedere. E finite le curve ricordo di aver dimenticato di fare miscela. Non mi preoccupo più di tanto, e penso che, una volta salito in cima, una buona discesa mi avrebbe aiutato a scendere, anche a motore spento. Ma tutto va come deve andare, ovvio! Al primo distributore mi fermo e faccio 9.77 € di benzina. 20 cent di resto e un caro saluto da parte del gestore. I 3 cent che non mi ha dato rientreranno in gioco prima o poi, non dubito; non dubiti neppure lei, buon gestore di stazione che mi racconta di essersi perso per Padova, entrambe le volte in cui c'è stato, senza saper più dove andare...
Proseguo lesto per L'Aquila. La passo di lato. Accelero e volgo il ferro alla volta di Montereale. Lì farò tappa.
Arrivo e sosto, nel bar in cui sostano, forse già dal mattino, dei vecchi. Parcheggio in salita, nella direzione inversa a quella verso cui puntavo. Entro ed ordino dell'acqua. La signora, anziana, mi serve con contenuto sussiego. Mi siedo fuori col bicchiere in mano ed osservo questo povero borgo, che ha due bar, uno di fronte all'altro... Controllo le mappe, chiedo informazioni a dei locali sulla strada da percorrere. Verso Ascoli, chiedo. Mi convincono a fare la strada che avevo escluso. Il ronzino è già girato. Sciolgo le briglie, dopo aver pagato un orzo alla signora, e frusto la fiera verso Amatrice, paese di origine della nota pasta amatriciana.
Corro e mi godo il paesaggio. È freddo, anche col giubbotto in pelle. Vedo un cartello con segnata l'altitudine: 1100 metri. Mi pareva fresco infatti, ma continuo a salire. Scavallo il monte all'ombra, spero che il sole mi scaldi poi, perché davvero ho freddo. Arrivo all'incrocio con la SS4 Salaria -ancora lei- e libero i cavalli alla volta di Acquasanta Terme. La mia fortuna si trova lì, lo sento. In poco tempo ci sono. Sempre all'ombra, sempre un po' al freddo. Da lontano vedo in furgone blu, dietro al quale c'è un locale. Istinto. Mi fermo. Parcheggio. Entro. Chiedo gentilmente dell'acqua. Mi viene data. Esce la proprietaria, che osserva il mio mezzo con ammirazione.
Iniziamo a discutere, le dico da dove vengo e cosa faccio lì... Simpatica e cordiale mi dice di esser proprietaria di una Renault 4 che ama. Le piace l'avventura; e le cose in po' improvvisate la attirano. Le chiedo se c'è un posto modesto ed economico in cui alloggiare. Annuisce e mi spiega dov'è, a grandi linee... La chiedo se posso avere il numero. Aida, questo il suo nome, si occupa addirittura di prenotarmi di persona la stanza. Davvero gentile questa donna, alla quale, in fiducia, ordino di portarmi del vino ed una pietanza della zona.
Nel frattempo un motociclista parcheggia vicino al mio bolide a due tempi. Chiacchieriamo di passioni, di moto comperate a 53 anni, di lavoro - commercia fiori, guarda un po' il caso...-; per un po'. Il tempo, per Aida, di fare le cose a modino, ed ecco arrivare mezzo litro di vino - del Montepulciano generoso- pane ed agnello. Che spettacolo! "Chiederò di essere adottato!". Aida merita un plauso. Lodo tutte le cuoche che non vanno in televisione, ma che in luoghi dispersi della penisola sanno davvero far da mangiare come si deve!
Devo stare attento a quando mi fermo. Spesso, molto spesso, le mie soste, tra cibo e personaggi che incontro, non durano meno di due ore. Questa volta non si fanno eccezioni. Pago il mio debito, forse scontato in qualcosa. Saluto Aida, il suo compagno, che con lei lavora nel locale, ed il motociclista. Vado verso la mia camera. Mi attende una salita al buio totale, di tre km. Con un freddo inusitato per la mia pelle e un timore reverenziale nei confronti della strada, tutta tornanti e curve, che non conosco.
Arrivo a destinazione. Sano e sazio. Chiedo un bicchiere di vino, la meritata ricompensa per gli ultimo tre km percorsi. Salgo in stanza, un posto alla buona ma molto pulito e confortevole. Lascio la mia giovenca a riposare sotto una tettoia all'interno di una corte. Speriamo bene...
Controllo il portafoglio: con desolazione noto che non c'è più molta carta che conti. E non ho molte alternative. Ma come al solito, tutto girerà per il verso giusto. Sempre. E Comunque.

8 agosto 2014

On tour. 8 agosto. Perdersi tra gli imprevisti.

Sole. Oggi splende il sole nella località in cui sono ospite.

Mi alzo ed esco in ciabatte dopo il rito del bagno. Che giornata splendida. Qui poi tutto è bello, solo che non lo sapevo, visto l'arrivo al buio di ieri!
Scendo gli scalini per fare colazione. I gatti mi aspettano e riveriscono, uno lo avevo accarezzato la sera prima, si ricorda di me.
Un ragazzo mi saluta, è della famiglia che mi ospita. Mi accompagna a fare colazione. La madre, addetta al servizio, mi chiede cosa prendo da bere. Simpatica gaffe; rispondo semplicemente: "una bottiglia di vino signora". E ridiamo della cosa. Ma le cose si fanno serie: marmellata, pane e orzo in tazza grande. Tutto bene. Finché non sento ululare ed urlare: lite famigliare in corso, meglio abbandonare la zona...
Al ritorno in stanza inizio a fare o bagagli. E odo da fuori delle voci femminili: "come fai a prevenì er tradimento...? C'è anche quello de testa, sa? Scopa coo te e pensa ad un'altra... E come la mettiamo?". Esco per veder chi è la donna così scaltra ed acuta, saluto con un sorriso e rientro. L'esemplare di femmina in questione ha passato i cinquanta ed è in compagnia di sorella e madre. Sembra lesta. La ritrovo mentre preparo i bagagli sulla mia lambretta. Mi dice che le piace il mio sorriso, mi chiede di dove sono... E per scaramanzia, dopo aver sperato nella mia salute per il viaggio, tocca il mio ronzino, che lei chiama "vespa" -non ancora scalpitante- sulla parte destra dello scudo; per scaramanzia... Mi tocco pure io ma avverto una strana sensazione nell'aria. Lascio perder tuttavia, sarà una mia impressione.
Poco dopo una nuova lite, scatenata dalla signora di cui sopra, imperversa in famiglia. E decido che non voglio ascoltare. Lascio una macchia infima di olio per miscela sul pavimento e scappo via. In discesa.
Decido, poco dopo, di fermarmi al distributore più vicino per fare rifornimento. Il più costoso della zona immagino. E così è. Esoso il petrolio qui. Metto 10 euro ed il mio infallibile intuito mi fa immettere nel se serbatoio esattamente 9,98 euro, di più non riesco, neanche con il comprimere il liquido... Mi faccio ridere. Tengo lo scontrino, per ricordare l'accaduto. Mi rimetto in strada, passo con difficoltà gli 800 metri della galleria di Ponte d'Arli. In congelatore. Un freddo micidiale. Terribile. Immagino di esser al mare per scaldarmi. La cosa funziona. Ho una mente miracolosa.

Ricordo tuttavia di esser senza soldi. E decido una sosta per prelevare contante dalle poste. Mi piace il contante. Tangibile, caldo, morbido e scricchiolante...
Errore. Errore. Errore.
Parcheggio. In un luogo defilato, senza rischi e senza grandi aspettative. Entro nell'ufficio postale. Un ragazzo, tarchiato, di statura mediocremente bassa, che porta capelli non lunghi e codino ipotalamico, mi sta davanti. Parla e paga allo sportello. Lo vedo ma lo ignoro, come un marito, in compagnia della moglie, farebbe con una donna estremamente appariscente che gli fa l'occhiolino.
Esce. Tocca a me. Penso di aver impiegato un minuto per farmi dire che non potevo prelevare a quello sportello... Esco sconsolato, faccio le scale che conducono al luogo in cui ho parcheggiato il mio bolide. E.
Vedo il ragazzo giù dalla macchina, vicino alla mia lambretta, che più non è in posizione verticale. Non faccio a tempo a dire: "no!", che le imprecazione volano. Invento bestemmie per tre minuti consecutivi. Infatti il giovane deve esser rimasto parecchio interdetto per il mio imprecar colorito. Non c'è che dire. Sono stato particolarmente burbero...
Cerco di soccorrer la mia bestia, ferita. Per terra scorre un po' di petrolio, ma tampono tutto subito. Controllo le condizioni oftalmiche. Il faro ha urtato gravemente contro la mura di contenimento della piazza. Che dolore. Lei mi guarda così, contusa, dolorante... Con lo sguardo basso e sofferente. Controllo anche lo scudo. Una botta sul lato destro, dove la signora del B&B aveva toccato, e lievi lividi sul sinistro. Mi accorgo di una botta anche sul cofano sinistro... Che tristezza. Guardo il ragazzo: non sembra un cattivo elemento. Ha la sua bimba di pochi anni in auto. Dice di non aver visto la mia lambretta mentre faceva retromarcia. Mi chiedo e gli chiedo: "ma comecaPPero hai potuto NON veder la MIA Lambretta? Come hai fatto a non vederla?". Obbietta e dice: "Si ma anche tu, metterla lì...". E qui scatta un momento di ilare tragica comicità. Spiego che di solito, le cose che stanno ferme vanno evitate. Se un albero è in mezzo ad una strada non è un buon motivo andargli addosso per poi dirgli: "Eh si, ma anche tu, a nascere lì...".
Il ragazzo capisce. Sa di aver sbagliato. Provo a mettere in moto ma non c'è nulla da fare. Non vuole andare. Provo a cambiar candela. Va per qualche metro e poi cede. Muore. Non va. Ritento ancor. Candela vecchie e nuova: parte. Sta in moto. La provo. Sembra non perfetta ma va.
Scatta io momento dell'accordo. Chiamo il mio carroziere di fiducia. Gianni mi dice: "fa a costatasion no?", in perfetto idioma veneto padovano. Obbedisco, e perdo due ore a constatare che io ero fermo e lui non appositamente ha urtato.
Arriva una schiera di parenti a ronzar come api al miele. Risolviamo constatando e facendo agire le assicurazioni. Spero tutto vada per il meglio... Non ne sono ancora certo. Ma ho fiducia.

Riparto col mio stambecco acciaccato, e mi fermo a ritirare in banca. Controllo tutto bene. Il suo faro sembra un occhio triste che mi guarda, sofferente. "Lo so dai, vedrai che sistemiamo", dico ad entrambi.
Riparto fiducioso: ci sono rumori nuovi, provengono dal faro. Lo provo in corsa e capisco che non va, non ho luce. E questo è grave... Devo affrontare una nuova galleria: 1500 metri. Ma proprio ora? Adesso? Si. Sistemo il faro con un tocco sapiente e lo faccio partire. Funzione solo l'abbagliante. Per ora può bastare. Non sento più il freddo, sono immune nella galleria, qualsiasi temperatura ci sia.
Col mio bolide dal volto emaciato e triste proseguo fino ad un bar. Mi fermo. Ordino: due tramezzini -di gusto inutile- e un bicchier di vino. Mi arriva inoltre del vino bianco. Oggi non è giornata... Riparto dopo aver ascoltato dei vecchi giocar a carte. Uno di loro ha difficoltà a parlare, non articola le parole, ma le bestemmie sono comprensibilissime... Nonostante la tristezza per l'accaduto riesco ancora ad ascoltare e a ridere di queste cose. Devo essere un impareggiabile umorista... O esserlo stato in vite passate.
Corro e vado verso Macerata. Poi proseguo per Jesi. Tra i due paesi decido di perdermi. Perdersi è bellissimo, conviene; e mai scelta di più azzeccata.
La strada che passa per Vissani è me ra vi gli o sa! Stupenda. Bella e ancor bella, al quadrato. Mai lo avrei pensato...
Arrivato a Jesi mi fermo. Decido di trovare in bar per sedere e scegliere dove dormire. Mi faccio fare uno spritz su misura, alla veneta. Non voglio quello che fanno qui e che reputano "cockteil". Lo faccio dosare, a mio gusto ad occhio, stando dalla mia parte del bancone...
E viene bene. Chiamo nel frattempo 20 strutture, tutte piene, anche a 30 km dalla costa. Trovo un posto che pago esageratamente... Ma non ho alternative. Prima di partire colloquio con Francesco, un ragazzo che ha visto la mia "vespa"; mi intrattiene per sapere se ci sono vespe 50 a prezzo modico in giro. Mi da un suo contatto, se troverò qualcosa per lui lo informerò.
Corro verso il luogo che ho trovato per riposare. Dista venti km circa da Jesi ma va bene, non ho alternative...
Va tutto beve fino alla strada sterrata che mi conduce all'agriturismo. Impraticabile. Ma non ho scelta: la faccio, col solo faro abbagliante e con tanta fiducia in me stesso.
Arrivato a destinazione mi faccio accompagnare in stanza. Esausto. Guardo le stelle fuori. Che spettacolo di posto ho trovato... E collasso sul letto... Domani si riparte...
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 23 ago 2014 :  16:46:16  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
9 agosto 2014

On tour. 9 agosto. Home. One-Shot. Jesi - Padova, 350 km. Sempre con classe.

Oggi sarà una lunga giornata. Lo sento...

Una volta alzati non ci si può più tirare indietro. Almeno non oggi. L'appartamento che frequento soffre di solitudine. Cerco di consolarlo tenendo tutte le porte aperte, cosicché la mia presenza si espanda in ogni stanza, ma questo comporta il fatto di aver luce piena, non appena sotto il sole, in camera da letto. La cosa mi permette di essere mattutino. E di controllare la cartina stradale prima di partire. Oggi la strada sarà molta. Punto verso casa, dopo una capatina in un luogo particolare: Gradara. Quella è la mia meta oggi.
Deciso - in accordo con il mio navigatore virtuale - la rotta, decido anche di puntare le scale per scendere a fare colazione. È già caldo e sono appena passate le nove: gran sole oggi, l'astro si sta assai impegnando, non c'è che dire... Lodevole.
In ciabatte, maglietta e pantaloncini mi guardo in giro. Ma che spettacolo. La luna mi aveva fatto intuire la sera prima che il posto fosse bello, ma ora posso dire: incantevole. Nel mio tragitto tra la porta d'uscita ed un gazebo -dove voglio mi sia consegnata la colazione- sento rumore di "tuffo", d'acqua, di piscina. Volgo lo sguardo a sinistra e... Incredibile. C'è la piscina! Non l'avevo vista ieri, mannaggia... Mi era sfuggita col favore delle tenebre. A saperlo, un bagno iersera lo avrei fatto, quasi senza dubbio! Ma pazienza. Mi siedo sotto ad un chiosco/gazebo, da solo. A due metri da me una famiglia sta consumando il rancio mattutino. Mi viene proposta la colazione: dolci o pane e marmellata? Faccio portare tutto. Perché tanto sarà tutto buono. Ed infatti: la magnifica vista del paesaggio collima con il gusto della marmellata e dei dolci portati.
Nel frattempo continuo ad interrogare il mio telefono per trovare una lesta, ma non trafficata, visto il periodo agostano e la giornata di festa, strada verso casa. E verso Gradara. Interrogo anche i personaggi locali, soprattutto per non rifare la strada bianca della sera prima, che mi è costata qualche giorno di vita e qualche ruga in più...
Paolo mi spiega che è del posto ma abita a Roma da molto e comunque non saprebbe dar sagge indicazioni. Il proprietario della struttura invece, mi offre qualche possibilità in più ma... Sempre su strada bianca. Mi spiega come uscir da quel dedalo ed andare verso Gradara. Cerco di immagazzinare le informazioni datemi, ma sono troppe. Andrò fino ad un certo punto e poi vedrò. Annoto: Barbara, Castelleone di Suasa, Mondavio. E speriamo.
Carico zaino e borsa, saluto i proprietari che gentilmente mi chiedono una recensione su TripAdvisor della loro struttura ed avvio la mia sciancata ma coriacea fiera. Non perde un colpo, non molla mai, ed ha la forza di un autotreno. Ci intendiamo, a vicenda, a pelle.

E così mi avvio, si strade bianche e senza indicazioni per qualche chilometro. Chiedo indicazioni ad un signore che si sta tenendo in forma correndo, e ad un tedesco. Ma non un tedesco qualsiasi: uno di quei tedeschi a cui piace l'Italia, che ha lasciato il suo paese per comprare casa e terreni qui e che probabilmente vive in modo tranquillo con la sua teutonica pensione. Lo vedo spingere una carriola. Sudato. Lo fermo e chiedo. Mi risponde metà in inglese e metà in italiano. Capisco tutto. Indicazioni precise. È un tedesco, è in Italia e conosce le strade meglio dei locali. Lo saluto, e vado, pensando che anche così l'estero compra l'Italia. Perché è bella, è spettacolare e perché per loro, forse, è meno difficile viverci, certe volte.
Tuttavia vado, e trovo agilmente la strada, con intuito e con la mappa. Vado spedito tra le colline.
Fino a Montecchio. E mi fermo. Al primo bar in strada. Ho sempre corso, e non ho risparmiato il motore, sempre pronto ed attento. Devo ricordarmi di dire ad Alberto che ha fatto proprio un buon lavoro sotto ai cofani. Meritevole.
Oggi è già caldo qui, a qualche centinaio di metri s.l.m. Più giù sarà peggio; ma non mi curo della cosa: entro ed ordino. Hanno dei simil-toast e ne prendo due. E con la temperatura che c'è fuori opto per un corroborante e rinforzante bicchiere di vino. Noto che il ragazzo che sta dietro al bancone osserva la mia lambretta. E quando esce per portarmi tutto al tavolo che ho scelto, all'esterno, iniziamo a chiacchierare. Mi dice che dovrei "metterci sotto" qualcosa di performante, in ovvio riferimento a modifiche al motore. "Mo' ci dovrèsti mèttere un po' le mani vaccabo', ma quanto fa questa? Sòlo?".
Gli dico che la mia lambretta sta bene così, è uno stambecco, va sempre, non si lamenta mai, a meno che non la urtino con una polo terza serie... È simpatico il ragazzo. E la cadenza del suo italiano mi fa sorridere.
Mentre siedo fuori e mangio tranquillamente sorseggiando un bicchier di vino, arriva un uomo su di uno scooter. Si lamenta subito per il caldo, e a buona ragione. Basso, tarchiatello direi, con un po' di pancia, canottiera arancione da lavoratore edile. Scambiamo immediatamente due parole. Vede la lambretta ed il casco: comincia lui... Lo ascolto: mi chiede se il mezzo è mio e vedendo la targa mi chiede se son lì di passaggio. Gli spiego un po' di cose. Mi dice di essere stato dalle parti di Pordenone qualche settimana prima. È un piastrellista, o almeno, così parmi d'aver capito. Discutiamo di varie cose, è un buon uomo. Abita a poche centinaia di metri dal bar. Pure lui è interessato alle prestazioni della mia puledra. Lui, col suo cinquantino, dice di aver toccato i 110km/h dietro ad un camion. Capisco perché uno dei migliori piloti di sempre abiti a qualche chilometro da qui: nel raggio di svariate miglia non credo ci sia un motore non manomesso. Anche la gente di una certa età ci "mette sotto" qualcosa...
Mi invita ad entrare in bar per offrirmi qualcosa. Accetto volentieri. Discutiamo di lavoro ecc... Ma ad un certo punto il ragazzo al banco scompare e torna con un cappello: "Tò guarda, tieni quèsto così, per ricordo che sei passato di qua. Così ti ricòrdi di nòi". Ringrazio infinitamente. Ma devo andare, oggi la mia calma diventa fretta. Pago il conto ed abbandono questa simpatica e generosa gente. Metto il cappello spiegazzato nella borsa davanti. Si rovinerà un po' forse, ma non ho proprio altro posto.
Così riparto. Verso la costa, direzione Gradara. Ci metto poco a vedere le indicazioni ed il cartello che indica la direzione per la città. Anche questa volta ce l'ho fatta; ce l'abbiamo fatta! Scendo un paio di curve. Si sente già il profumo del mare, un brezza trasporta la salsedine fino ai piedi della collina. Il profumo del sole e delle vacanze.. Mi mancava questa sensazione. È bello riscoprirla...
Faccio altre curve, e trovo il cartello: Gradara. Già la vedo in lontananza. Come vedo il mare sul fondo di questa sorta di cartolina vivace e vivente. Accelero. Non ho mai visto Gradara in vita mia, ma la mia lambretta la deve conoscer, c'è stata in giovane età, me lo ha detto il suo proprietario. Ora ci vengo io, di passaggio; e sempre c'è lei, tumefatta, con l'occhio un po' socchiuso, che sa la strada. E va da sè. Dove sa già. Arrivo ai piedi del castello, riesco a fare un po' di strada chiusa al traffico ma di più non posso. Sto attirando un po' troppo l'attenzione, lo so... Mi sposto giù, fuori dalle mura, davanti ad un bar. Parcheggio e ordino da bere. Sosta breve, solo un passaggio, lesto ma sentito. Non posso trattenermi oltre. Ho un solo faro funzionante dopo la caduta e non posso rischiare di arrivare a casa con lo sfavore delle tenebre, seppur siano notti di luna piena...
Scalcio lesto verso la costa. SS16. Ora in pianura la mia donzella corre come non mai, l'altura l'aveva un po' limitata. Cattolica, Rimini, Cesenatico, Ravenna...
Sosta per rifornimento. Ad un distributore che si dava per aperto ma era chiuso trovo un ragazzo. Mi fa notare che non funziona nulla: "mo guarda un pò che qui non fùnziòna niènte...". Lo ritrovo al successivo. Sbaglio i conti e lascio dentro al distributore 29 cent. Pazienza. Non sono il solo però: il ragazzo di prima ne ha lasciati 50. Che spiriti affini...
Proseguo lesto e fumante, il caldo si fa sentire, ma ogni tanto qualche nuvola mi aiuta, e la brezza della costa un po' assiste ai semafori.
Più avanti, dopo Ravenna, decido di fare una sosta piadina, in un posto piccolissimo. La signora all'interno è molto cordiale, e mi fa scegliere cosa introdurre nel pane lavorato. Attendo fuori consultando orario e strade. Ci sono quasi, dovrei essere a casa prima del buio. Arriva nel frattempo la piadina: buona, accompagnata da una birra. Così rifocillato parto e sfreccio verso nord, passando fuori Ferrara e sbucando, per vie traverse che ignoro totalmente, a Rovigo. Trovo gente che pesca lungo i canali e anche due vecchi che con un attrezzo a rete cercano di rimediare, pescando a tal guisa, la cena per la serata. Un mondo parallelo... Mi fermo a chiedermi se la strada che sto facendo è quella giusta, perché, come nella vita, si corre, si va, sempre. E prima o poi ci si deve fermare e ci si deve pur chiedere; "dove sto andando?". Due lepri si rincorrono nel campo davanti a me: le seguo con lo sguardo. Metafora della vita...
La direzione par corretta. E continuo verso nord. Tutto va bene, il sole sta per tramontare. Passo Monselice, Battaglia Terme, Padova. Oramai ci sono. Passo a salutare due amici ed alla ripartenza, dopo cinquecento metri, la lampadina del faro anteriore, unica funzionante frontalmente, salta. Sono costretto alla sosta. Richiamo Filippo per aiutarmi a sostituire i pezzi. Sostituiamo e tamponiamo il faro. Ora va meglio di prima: non c'è più il rumore fastidioso che mi aveva accompagnato dopo l'incidente. E fa anche meno rumore di quando sono partito la settimana scorsa! Perfetto!
Non passo per casa. Con il mio ronzino carico viro verso la dimora di un Vag a bere una grappa. Mezz'ora dopo sono in un locale a festeggiare con i miei amici, Vag - e non- : birre e concerto! Offro io, perché son tornato, perché sono sano e salvo, perché tra amici funziona così: paga per primo chi ha un motivo valido per farlo. Ed io, di motivi validi, ne ho.
Alle due passate metto il mio sedere nuovamente in sella. È strano capire di andare a casa. E vado piano, perché fa freddo e perché, in fondo a casa non voglio tornare. O forse si... Arrivato trovo Filosofia, la mia cagnolina, che mi attende. Scodinzola e si fa accarezzare. Apro la porta e rimetto nella sua stalla la mia purosangue celeste, tumefatta e stanca. Domani ci pensiamo... Sistemiamo tutto, le dico. Dopo una settimana da solo, parlo anche con lei... Me ne rendo conto e rido. Faccio il primo gradino per salir le scale. Sorrido. Sono stanco, ma va tutto bene. Voglio riposare in po'. Salgo il resto delle scale, apro la porta, vado in camera e scopro che ho sfatto il letto prima di partire. Esausto crollo sopra il materasso, senza lenzuola. Prima di dormire penso. Alla gente che ho incontrato, ai posti che ho visitato, alle cose che ho visto, ai moltissimo favori che ho ricevuto, alla fortuna che ho avuto in certi frangenti del viaggio... Mi ripeto che il caso non esiste. Che tutte le cose possono essere unite con un sottile ma resistente filo invisibile. E muoio di sonno, sul mio materasso, con questo pensiero in testa...


Slow Tours Blogger
Torna all'inizio della Pagina

falghe
Senior


Monticello Conte Otto - VI
Italy


Il mio Garage

1158 Messaggi
Iscritto dal 2011

Inserito il - 23 ago 2014 :  19:06:40  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Bella esperienza e bellissimo racconto.
Bisogna avere un bell'animo per poter apprezzare tutto.
Ti invidio.
Grazie

Puntine forever
Torna all'inizio della Pagina

metz
Master +



Ferrara - FE
Italy


Il mio Garage

7248 Messaggi
Iscritto dal 2004

Inserito il - 24 ago 2014 :  00:45:13  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Bellissimo racconto, grazie davvero!! Un po ti invidio...
Torna all'inizio della Pagina

Mirco69
Senior


Biella - BI
Italy


Il mio Garage

1061 Messaggi
Iscritto dal 2012

Inserito il - 24 ago 2014 :  00:51:44  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
O DANTEEEEE!!!!

Il tuo racconto è già in legatoria che aspetta una bella copertina !

Adesso: FOTO, FOTO, FOTO e ancora FOTO !!!!!

Ciao "Novello Dante "!

Mirco

Un sorrISO a tutti voi ISO DIVA : work in progress...
Torna all'inizio della Pagina

GTR
Moderatore



S. Pietro di Feletto - TV
Italy


4289 Messaggi
Iscritto dal 2009

Inserito il - 24 ago 2014 :  09:12:37  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
..ti sei fatto un bel giretto ...

___________________

.....che mondo sarebbe senza pedivella......
Torna all'inizio della Pagina

lambrettista
Senior ++


Nervesa della Battaglia - TV
Italy


Il mio Garage

3063 Messaggi
Iscritto dal 2003

Inserito il - 24 ago 2014 :  13:34:41  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Che reportage complimenti
Torna all'inizio della Pagina

Doors
Junior +


Santa Giustina In Colle - PD
Italy


168 Messaggi
Iscritto dal 2013

Inserito il - 24 ago 2014 :  14:48:40  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Che bel racconto...complimenti veri...sono curioso vedere le foto!
Torna all'inizio della Pagina

prottigol
Junior ++


Livorno - LI
Italy


Il mio Garage

524 Messaggi
Iscritto dal 2010

Inserito il - 24 ago 2014 :  19:55:23  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Complimenti, sei un "Cronista" eccellente! Grammaticalmente ineccepibile ed uno stile "asciutto". Non mi raccontare, però, che non sei un professionista, o semi-professionista, perché non ci credo!

"Se non ci sono Lambrette in Paradiso io torno giu'"
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 24 ago 2014 :  21:11:26  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da prottigol

Complimenti, sei un "Cronista" eccellente! Grammaticalmente ineccepibile ed uno stile "asciutto". Non mi raccontare, però, che non sei un professionista, o semi-professionista, perché non ci credo!

"Se non ci sono Lambrette in Paradiso io torno giu'"



Non sono un professionista e nemmeno un semi professionista. Garantito. Giuro. Non ho mai fatto più di quello che dovevo nei miei 21 anni di istruzione. Ed alle superiori ero un mediocre e svogliatissimo studente... Dopo il tour in lambretta dello scorso anno, e dopo aver scritto durante il tour 2013, ho notato che mi piace scrivere. Nulla più. Davvero. Grazie a quanti mi hanno letto ed hanno apprezzato come scrivo. Grazie davvero...

Slow Tours Blogger
Torna all'inizio della Pagina

wanvaiden
Senior


Bologna - BO
Italy


Il mio Garage

1928 Messaggi
Iscritto dal 2005

Inserito il - 24 ago 2014 :  23:18:08  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Bravo!!
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 25 ago 2014 :  15:32:08  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da wanvaiden

Bravo!!


Grazie!

Stasera dovrei riuscire a postare già alcune foto. Spero...

Slow Tours Blogger
Torna all'inizio della Pagina

Ste71
Junior +


Reggio Emilia - RE
Italy


290 Messaggi
Iscritto dal 2014

Inserito il - 25 ago 2014 :  15:45:58  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
I miei complimenti, un racconto molto piacevole che ho riletto interamente tutt'un fiato ... e con la fantasia viaggiavo!
Bravo ancora, per il manico e per la penna.

Ste
Torna all'inizio della Pagina

prottigol
Junior ++


Livorno - LI
Italy


Il mio Garage

524 Messaggi
Iscritto dal 2010

Inserito il - 25 ago 2014 :  22:20:31  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
E allora "Super complimenti". Sei fortunato ad avere questa dote naturale. A presto.




Citazione:
Messaggio inserito da Claude03

Citazione:
Messaggio inserito da prottigol

Complimenti, sei un "Cronista" eccellente! Grammaticalmente ineccepibile ed uno stile "asciutto". Non mi raccontare, però, che non sei un professionista, o semi-professionista, perché non ci credo!

"Se non ci sono Lambrette in Paradiso io torno giu'"



Non sono un professionista e nemmeno un semi professionista. Garantito. Giuro. Non ho mai fatto più di quello che dovevo nei miei 21 anni di istruzione. Ed alle superiori ero un mediocre e svogliatissimo studente... Dopo il tour in lambretta dello scorso anno, e dopo aver scritto durante il tour 2013, ho notato che mi piace scrivere. Nulla più. Davvero. Grazie a quanti mi hanno letto ed hanno apprezzato come scrivo. Grazie davvero...

Slow Tours Blogger



"Se non ci sono Lambrette in Paradiso io torno giu'"
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 25 ago 2014 :  22:45:22  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Queste sono solo alcune, con calma le sposterò e le pubblicherò tutte anche qui sul forum. E' un lavoraccio che devo fare un po' alla volta...



65324658129737_n.jpg
_ _

89308058561002_n.jpg
_ _

33028119550638_n.jpg
_ _

37960286472473_n.jpg
_ _

86722166425790_n.jpg
_ _

06996892778524_n.jpg
_ _

70070894616389_n.jpg
_ _

86260540848785_n.jpg
_ _

29341098381020_n.jpg
_ _

86123119937337_n.jpg
_ _

49743070197289_n.jpg
_ _

Slow Tours Blogger

35619477658993_n.jpg
_ _
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 25 ago 2014 :  23:11:15  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Mai parole furono più azzeccate... Questo è il messaggio di un oste che ho conosciuto e che mi ha dato ospitalità.

60252178117536_n.jpg
_ _

89074742256469_n.jpg
_ _

Slow Tours Blogger
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 27 ago 2014 :  01:09:45  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
45002826101520_n.jpg
_ _

02692726781196_n.jpg
_ _

31170002491064_n.jpg
_ _

Slow Tours Blogger

04213892740617_n.jpg
_ _

15926888774854_n.jpg
_ _

62059514528567_n.jpg
_ _

40336726657363_n.jpg
_ _
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 28 ago 2014 :  15:30:13  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando


07659790377963_n.jpg
_ _

63083639105074_n.jpg
_ _

58680196956434_n.jpg
_ _

11247797604989_n.jpg
_ _

30212052441434_n.jpg
_ _

54360514737433_n.jpg
_ _

08342880350268_n.jpg
_ _

Slow Tours Blogger
Torna all'inizio della Pagina

HornyMan
Senior


Trani - BA
Italy


Il mio Garage

1062 Messaggi
Iscritto dal 2005

Inserito il - 28 ago 2014 :  16:33:04  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Accidenti Claude, racconto avvincente ed affascinate della tua splendida avventura in solitaria, chissà se un giorno la farò anch'io...

HornyMan
Torna all'inizio della Pagina

Claude03
Senior


Massanzago - PD
Italy


Il mio Garage

1748 Messaggi
Iscritto dal 2006

Inserito il - 29 ago 2014 :  13:16:03  Mostra Profilo Rispondi Rispondi Quotando
Citazione:
Messaggio inserito da HornyMan

Accidenti Claude, racconto avvincente ed affascinate della tua splendida avventura in solitaria, chissà se un giorno la farò anch'io...

HornyMan


Se vorrai farlo sono sicuro che ci riuscirai. E se avrai bisogno di aiuto volentieri ti aiuterò! :-)

Slow Tours Blogger
Torna all'inizio della Pagina
Pagina: di 2 Discussione Precedente Discussione Discussione Successiva  
Pagina Successiva
 Nuova Discussione  Rispondi
 Versione Stampabile
Vai a:
Scooter d Epoca - Forum © Scooterdepoca.com Go To Top Of Page
Questa pagina è stata generata in 1,07 secondi. Snitz Forums 2000

Powered by Viviano.it, © 1998- 2025 - Tutti i diritti riservati. | Copyright | Termini & Condizioni | Cookies
Scooterdepoca.com è un sito NOT FOR PROFIT
I marchi citati appartengono ai rispettivi proprietari.

Credits